Musica consigliata: Che coss’è l’amor?, Vinicio Capossela
Charles Bukowski scriveva poesie solo per portarsi a letto le ragazze. Efficacia commerciale del titolo o sintesi del pensiero dello scrittore? Questo non spetta a noi dirlo.
È tuttavia possibile fare una considerazione. Sarà capitato certamente a qualcuna tra le nostre lettrici o a qualche affezionato lettore di dire o di sentirsi dire una frase analoga senza aver palesata la motivazione del gesto: “Sai, caro/a, io scrivo poesie”. Che l’animo del nostro/a sia sensibile e di natura votata alla poesia è un’ipotesi probabile, quanto pariteticamente maliarda e focalizzata alla realizzazione delle subordinate. Chi tra i nostri followers può dire di aver mai letto una di quelle poesie? Possiamo supporre che dopo la collezione di farfalle e in virtù della mancata frequentazione di un entomologo, quella sia una scusa da gigolò moderno (per il post moderno rivolgersi a Richards Gere), certamente più vicina al sesso maschile per voce narrante della medesima.
Che il fine giustifichi il mezzo o che il mezzo ci regali anche il fine sono esperienze di piacevole vissuto personale, forse da ricordare un giorno tra le avventure meritevoli di citazione. Quanto ci interessa sottolineare non è la naturale predisposizione femminile verso i maledetti farfalloni e donnaioli, anche se di soggetti che abbiano questo reale carisma ve n’è in giro sempre un numero così scarso da invocare una petizione ambientalista. Ma l’uso di uno strumento di comunicazione che non sia la frase pre-composta, standardizzata da social network, da archivio finlandese di sms per approcciarsi all’altro.
Se intanto vi siete fatti belli e scaltri delle nostre passate raccomandazioni sull’amore e l’approccio online, iniziate ad abituarvi all’idea che ragazze come Le Ocarine non apprezzano per nulla il tanto freddo ed impersonale “Ciao disturbo?”, tipico approccio da chat istantanea nei siti di dating.